lunedì 22 maggio 2017

Guido Buzzelli, torna “La Trilogia” di graphic novel

Tragicomico e profondo, autore di storie fantastiche e visionarie pervase da un’amarissima vena di satira sociale, ferocemente critico verso il potere e la società dei consumi, Guido Buzzelli (1927-92) dominò la scena degli anni Sessanta e Settanta. Lo chiamavano “il Goya del fumetto” . Il precursore del moderno graphic novel torna con tre storie finalmente riedite grazie a Coconino Press, riunite in un prestigioso volume deluxe, con uno splendido dipinto inedito nella sovracoperta wraparound e una introduzione di Igort.

Un grandissimo disegnatore e pittore di taglio naturalistico, della scuola di illustratori come Achille Beltrame e Walter Molino. Dal punto di vista artistico questo era Buzzelli, un maestro che però per esprimersi aveva scelto il fumetto e la satira, perché con questi strumenti poteva comunicare meglio il suo messaggio beffardo e sconsolato, realisticamente aspro: una fotografia deformata delle debolezze e delle contraddizioni dell'umanità. Fu ribattezzato “il Goya del fumetto” e “il Michelangelo dei mostri” per la sua vocazione all’inquietante, all’oscuro, all’ossessivo. Ma anche per le sue lunghe storie fantastiche e visionarie, da antesignano del graphic novel, nelle quali metteva alla berlina fin dagli anni Sessanta i meccanismi del potere e la società dei consumi, la pubblicità, la televisione come Grande Fratello.

Ne sono un esempio i tre lunghi racconti riuniti nel nuovo volume: La rivolta dei racchi (lungo racconto pubblicato direttamente in volume nel 1967 come Almanacco di Lucca Comics) è la cronaca grottesca e tragicomica di una rivoluzione fallita e tradita (quello stesso anno su Sgt. Kirk usciva a puntate Una ballata del mare salato di Hugo Pratt...). I labirinti (1970) narra in chiave fantascientifica di un mondo post-catastrofe dove gli scienziati compiono atroci esperimenti. E Zil Zelub (1972), anagramma del cognome di Buzzelli, è la surreale avventura di un uomo qualunque che va letteralmente in pezzi.

Umanista per contrasto, Buzzelli si metteva sempre in scena nei suoi fumetti disegnando con continue varianti, surreali e grottesche, la denuncia di Pasolini: il grido di dolore per una società che ha abbracciato lo sviluppo senza progresso e annientato l’uomo. All’ ARF! festival il prossimo venerdì 26 maggio Milo Manara ricorderà il suo amico e maestro a 25 anni dalla scomparsa e a 50 da La rivolta dei racchi, da molti considerato il primo graphic novel italiano e finalmente disponibile nel nuovo volume, presentato in anteprima al Salone del Libro di Torino che si chiude oggi e poi in libreria.

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